La tomba presenta una camera sepolcrale perfettamente quadrata che misura 5,30 metri per lato. I muri perimetrali sono realizzati con lastre di alberese. Le due pareti di destra e di sinistra pendono per qualche decina di centimetri. La parete di fondo invece presenta un lastrone di calcare. Il pavimento, originale per circa due terzi, è impiantito a lastre di alberese.
Al momento della scoperta la tomba era già stata depredata da ignoti, ma qualcosa era sfuggito al saccheggio: alcuni vasi, come un kyathos o kantharos che presentava resti di una iscrizione alla base, due grandi ziri con i relativi coperchi.
Tra gli oggetti preziosi sono stati rinvenuti: una placchetta in avorio con decorazioni di animali, una fibula in oro dalle forme di una sanguisuga che probabilmente faceva parte di una parure di cui è stato ritrovato un frammento, un frammento di fibula in argento e alcuni frammenti di ambra. Tutti questi frammenti sono serviti per poter datare con una certa precisione la tomba che dovrebbe risalire al terzo quarto del VII secolo a.C.
La scoperta avvenne casualmente nell’aprile del 1978 durante dei lavori agricoli. La pala di un mezzo meccanico fece riaffiorare delle pietre di arenaria ben lavorate. I lavori furono sospesi e dopo un sopralluogo la Soprintendenza Archeologica di Firenze aprì un cantiere sotto la direzione del dottor Giuliano de Marinis. I lavori durarono per tutto il mese di giugno e luglio.