Nel 1341 un nobile senese, Bindo di Falcone, proprietario di un vasto terreno in località Pontignano presso Siena, donò la sua proprietà ad un certo Amerigo monaco certosino, con l’intento di far costruire una Certosa. In quegli anni erano già sorte altre due certose in Toscana, e più precisamente quella di Maggiano e quella di Belriguardo.
Bindo di Falcone che aveva già curato la realizzazione della certosa di Maggiano, ottenne l’8 agosto 1343 dal vescovo l’autorizzazione per costruire la nuova certosa. Nonostante il progetto prevedeva una struttura idonea per consentire l’insediamento di dodici padri, due conversi ed alcuni servi, i certosini erano restii ad impiantarsi a Pontignano. Fu così che Bindo di Falcone suggerì al pontefice Clemente VI di affermare:”che chiunque sarebbe riuscito a superare una notte in una cella di Pontignano avrebbe cancellato tutti i peccati” tale estremo atto di penitenza incoraggiò i monaci recalcitranti.
Nella certosa di Pontignano operarono vari artisti toscani. Bernardino Potetti realizzò decorazioni e tele sull’altare maggiore istoriando storie certosine, di San Bruno e di San Pietro. Potetti affrescò anche “l’Utima cena” nel refettorio ed un “Samaritano al pozzo “ all’interno di una cella, nonché in
una lunetta nei pressi del cimitero “morte di San Bruno”. Nel cappellone le decorazioni e le tele sono attribuite a Francesco Vanni ed a Nicola Nasini. A distanza di secoli quei luoghi vissuti dai certosini, sembrano essere rimasti immutati nel tempo, pur essendo stata destinata ad altro, la certosa di Pontignano complice il tipico paesaggio senese, conserva un atmosfera di oasi di pace.
La Certosa, liberamente visitabile, è solenne e maestosa, incastonata tra gli oliveti ed i vigneti delle colline del Chianti ed in posizione panoramica sulla città di Siena.
Un tempo luogo di meditazione e preghiera, oggi è di proprietà dell’Università di Siena ed utilizzata come residenza universitaria, centro congressi e sede di mostre d’arte.